La domanda che può accendere il tuo progetto di vita.

Una conversazione con un amico, un caffè in un pomeriggio qualunque. Poi, una di quelle domande che non ti aspetti, una di quelle che si depositano dentro e iniziano a germogliare. Mi ha chiesto:

“Immagina di avere un progetto, uno di quelli che tieni nel cassetto. E se avessi la certezza assoluta, una garanzia divina, che quel progetto avrà successo… non ci dedicheresti ogni tua singola energia?”.

Sono rimasto in silenzio per un attimo. La risposta era ovvia: certo che sì. Chi non lo farebbe?

Ma la vera potenza di quella domanda non risiede nella risposta, ma in ciò che rivela su di noi. Rivela che la risorsa più preziosa che ci manca non è il tempo, il talento o le risorse. È la fede. La certezza.

Quanti sogni riposano nei nostri cassetti proprio per questa ragione? Scrivere quel romanzo, aprire finalmente quel blog, imparare a suonare la chitarra, trasformare una stanza della casa con le nostre mani. Progetti che sentiamo realizzabili, ma che rimangono sospesi in un limbo di dubbi: “E se non fossi abbastanza bravo?”, “E se fosse solo tempo sprecato?”, “E se poi fallissi?”.

La domanda del mio amico agisce come un esperimento mentale che bypassa tutte queste paure. Con la garanzia del successo, la procrastinazione svanisce. I dubbi si dissolvono. L’energia diventa improvvisamente illimitata. Non cercheremmo più scuse, ma soluzioni. Non “troveremmo” il tempo, lo “creeremmo”.

Ma ecco l’illuminazione: e se la garanzia non fosse un prerequisito esterno, ma una condizione interiore che possiamo coltivare noi stessi?

Ribaltare la prospettiva: il successo è il processo, non la destinazione

L’idea che mi ha sempre guidato, e che ho cercato di infondere in ogni pagina che scrivo, è che il vero successo non è l’arrivo, ma il cammino. È nel gesto quotidiano, nell’impegno costante, che il nostro progetto prende vita e, in un certo senso, ha già successo.

Aspettare una garanzia esterna significa mettere la nostra vita in attesa. Ma l’universo non ci invierà una lettera firmata che certifica il nostro trionfo. La certezza non si trova fuori, si costruisce dentro. Come? Ritagliandosi uno spazio sacro nella giornata per perseguire quel progetto.

Questo spazio, che siano 30 minuti all’alba per scrivere o un’ora dopo cena per dipingere, non è un’altra voce sulla lista delle cose da fare. È un atto di fede. È la nostra dichiarazione al mondo, e soprattutto a noi stessi, che il nostro sogno è importante. Che noi siamo importanti.

Ogni volta che ti siedi per lavorare al tuo progetto, stai già vincendo.

  • Ogni parola che scrivi ti rende uno scrittore, oggi.
  • Ogni pennellata che dai ti rende un pittore, adesso.
  • Ogni accordo che provi ti rende un musicista, in questo preciso momento.

Il risultato finale – il libro pubblicato, il quadro esposto – non è il punto di partenza del tuo successo, ma la conseguenza naturale e quasi inevitabile della tua dedizione quotidiana.

Il giardiniere non ha certezze, ma coltiva con fede

Pensa a un giardiniere. Quando pianta un seme, non ha la certezza assoluta che diventerà una pianta rigogliosa. Ci sono mille variabili fuori dal suo controllo: il tempo, i parassiti, la qualità del terreno. Eppure, non rimane a guardare il seme con scetticismo.

Agisce “come se” avesse una garanzia. Prepara la terra, innaffia con costanza, si assicura che il seme riceva luce. Ha fede nel processo naturale della crescita.

Noi dobbiamo diventare i giardinieri dei nostri sogni. Il nostro compito non è ossessionarci sul risultato finale, ma prenderci cura del nostro piccolo pezzo di terra ogni singolo giorno. L’impegno è l’acqua, la costanza è il sole.

Come iniziare, oggi

Se quella domanda ha acceso una scintilla anche in te, non lasciarla spegnere. Non hai bisogno di aspettare una garanzia. Puoi agire come se ce l’avessi già.

  1. Scegli il tuo progetto. Uno solo, per iniziare. Quello che ti fa brillare gli occhi.
  2. Ritaglia il tuo spazio sacro. Trova 30 minuti nella tua giornata. Proteggili. Rendili non negoziabili.
  3. Concentrati sul gesto. Quando sei lì, non pensare alla fine del percorso. Pensa solo al prossimo passo. Scrivi una frase. Disegna una linea. Monta un singolo pezzo.
  4. Celebra il processo. Alla fine del tuo tempo, riconosci il tuo impegno. Hai avuto successo, oggi. Hai innaffiato il tuo seme.

La domanda del mio amico è un potente cambio di prospettiva. Ci mostra che l’unica cosa che si frappone tra noi e i nostri sogni non è la mancanza di una garanzia, ma la mancanza di fiducia nel nostro cammino.

Inizia oggi. Fai il primo passo con la stessa energia che avresti se sapessi di non poter fallire. Perché, in un certo senso, è vero. Finché continui a camminare sul tuo sentiero, non stai fallendo. Stai crescendo. Stai diventando.


Una risposta a “E se sapessi di non poter fallire?”

  1. Avatar Davide
    Davide

    Molto stimolante!

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