Le Lezioni di Vita che Solo un Cane Può Insegnarci

Quando decidiamo di accogliere un cane nella nostra vita, spesso lo facciamo con l’idea di essere noi a dare. Diamo una casa, del cibo, delle cure. Ci prepariamo a insegnare comandi, regole, a educare un cucciolo a diventare un compagno civile. Partiamo dal presupposto di essere noi i maestri in questa relazione.

E se ci stessimo sbagliando?

Un famoso aforisma Zen recita: “Quando l’allievo è pronto, il maestro appare”. A volte, questo maestro non ha sembianze umane, non parla la nostra lingua e non ci offre antichi tomi di saggezza. A volte, arriva scodinzolando, con un’incontenibile gioia di vivere e un paio di orecchie pronte ad ascoltare. A volte, il più grande maestro che possiamo incontrare ha quattro zampe.

Accogliere un cane significa aprire la porta a un insegnante silenzioso che, giorno dopo giorno, ci impartisce lezioni fondamentali che avevamo dimenticato.

La Lezione del Presente

Noi esseri umani siamo perennemente in viaggio nel tempo. Rimpiangiamo il passato, ci angustiamo per il futuro. Durante una passeggiata, pensiamo alla lista della spesa o alle email di lavoro. Un cane, invece, è un maestro Zen della presenza. Ogni passeggiata è l’avventura più bella del mondo. Ogni filo d’erba è un universo di odori da scoprire. Ogni pasto è un banchetto da celebrare. Un cane non si preoccupa della passeggiata di ieri, né di quella di domani. Esiste solo qui e ora, in uno stato di pura consapevolezza che noi fatichiamo a raggiungere con anni di meditazione. Ci insegna a posare il telefono, a respirare l’aria, a sentire la terra sotto i piedi. Ci insegna che la felicità non è una destinazione, ma l’atto stesso di essere presenti nel viaggio.

La Lezione dell’Amore Incondizionato

A lui non importa se abbiamo avuto una brutta giornata, se abbiamo commesso un errore o se il nostro aspetto non è impeccabile. Il suo entusiasmo quando varchiamo la porta di casa è la più potente assoluzione da ogni nostra insicurezza.

Esiste un vecchio detto giapponese che cattura perfettamente la profondità di questo legame: “Nutri un cane per tre giorni, e si ricorderà della tua gentilezza per tre anni” (犬は三日飼えば三年恩を忘れぬ, Inu wa mikka kaeba sannen on wo wasurenu). Questo non parla solo di memoria, ma di una gratitudine incrollabile che si trasforma in lealtà e affetto senza riserve. Un cane ci mostra cosa significhi amare e perdonare senza condizioni, offrendoci ogni giorno un porto sicuro in cui essere semplicemente noi stessi.

La Lezione della Semplicità

In un mondo che ci spinge a volere sempre di più – più successo, più oggetti, più esperienze complesse – un cane ci riporta all’essenziale. La sua felicità è fatta di cose semplici: una palla lanciata, una carezza dietro le orecchie, una corsa nel parco, un sonnellino al sole. La sua gioia pura per un piccolo gesto ci costringe a riconsiderare le nostre infinite e complicate fonti di stress. Ci ricorda che le cose più preziose della vita non sono “cose”, ma momenti, connessioni, presenze. Ci insegna a trovare la meraviglia in un raggio di sole che filtra dalla finestra – un perfetto momento Komorebi – o nella quiete di una serata passata insieme sul divano.

Quando apriamo la nostra casa a un cane, crediamo di essere noi a salvarlo. In realtà, molto spesso, è lui a salvare noi. Ci riconnette alla nostra natura più istintiva, pura e presente. Forse, allora, l’aforisma Zen andrebbe riletto. Forse non eravamo noi i maestri pronti a educare un allievo, ma gli allievi che, finalmente pronti, hanno visto apparire il loro maestro più saggio e inaspettato, con la coda festante e un cuore pieno d’amore.


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